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Chi ha voglia di fare con me un salto in Lombardia e assaggiare un delicato risotto alla milanese?

Con la mia ultima rivista di enogastronomia “In Viaggio per l’Italia … con Carla La Contessina” ho girato “virtualmente” in lungo e in largo la Regione Lombardia; ho conosciuto aziende, prodotti, persone cordiali che amano la loro terra e ne sanno valorizzare al meglio i prodotti.

Come poteva non essere presente nella rivista il tipico risotto color dell’oro, con zafferano e midollo? Io l’ho impreziosito ancora un pò aggiungendo il tartufo nero estivo …

La nascita del piatto meneghino parrebbe sia legata al Duomo di Milano. Siamo nell’anno 1574 e il Maestro Valerio di Fiandra è impegnato a realizzare le maestose vetrate della Cattedrale assieme al suo aiutante di nome Zafferano (chiamato così per avere l’abitudine di aggiungere sempre ai suoi colori una punta della spezia pregiatissima). Il Maestro, così, lo prendeva sempre in giro, dicendogli che per via della sua strana abitudine, prima o poi avrebbe messo lo zafferano anche nei piatti …). Fu proprio in occasione delle nozze della figlia del Maestro, che Zafferano chiese al cuoco di fare una variazione sul risotto, aggiungendo una punta della spezia pregiata!

Sapete che le “pallotte cacio e uova” abruzzesi hanno “le gemelle” nel territorio molisano? Io l’ho scoperto per caso … curiosando un po’ nelle tradizioni della Regione. Si chiamano però ‘U’ Scescille o Sciscille di Termoli‘. Hanno una forma allungata e sono preparate con pane raffermo e formaggio (il pecorino rigatino) e sono comunque espressione di una cucina povera, inventata per non sprecare e buttare gli avanzi. Le “scescille” o “sciscille” del Molise non sono fritte, ma cotte direttamente nel sugo di pomodoro e sono tipiche della zona costiera molisana (tipiche della città di Termoli), dove, una volta, venivano servite per accompagnare la famosa zuppa di pesce.

Ingredienti:

  • 3 uova
  • 180 g di caciocavallo di Capracotta
  • 130 g di mollica di pane raffermo
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 cipolla rossa
  • 250 g di pomodori San Marzano tritati
  • olio evo
  • sale
  • pepe
  • qualche foglia di basilico (per il sugo)
  • 1 peperone rosso

Procedimento:

Per le polpette: sbattere in una ciotola capiente le uova assieme al caciocavallo sbriciolato; tritare al mixer la mollica di pane raffermo assieme al prezzemolo e unire il tutto al composto di uova e caciocavallo, assieme ad un filo di olio evo; aggiustare di sale e pepe. Far riposare l’impasto in frigo per un’ora, coperto da pellicola trasparente.

Quando il tempo di riposo dell’impasto sarà quasi terminato, preparare il sugo: tritare la cipolla e soffriggerlo in un ampio tegame con l’olio evo, aggiungere il peperone tritato e, dopo un paio di minuti, aggiungere i pomodori tritati; aggiustare di sale e pepe, unire 1 bicchiere di acqua e lasciare cuocere per circa 20 minuti, allungando con altra acqua se necessario (è fondamentale che il sugo sia “lento”).

Mentre il sugo cuoce, con l’impasto formare le “scescille”, dando loro una forma allungata e compattandole benissimo.

Adagiare le polpette nel sugo, che non dovrà mai restare troppo asciutto e cuocere per circa 15 minuti, girandole di tanto in tanto (se troppo asciutto, aggiungere acqua).

A fine cottura aggiungere qualche foglia di basilico fresco e servire subito.