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“IL RISO, LA SOIA, LA PASTA, POSSONO ESSERE RAFFREDDATI A TEMPERATURA AMBIENTE UNA VOLTA COTTI?”

A parlarne con me Raffaella De Iuliis, Docente Formatore in “Igiene e Sicurezza Alimentare”

NO. E LO SAI PERCHE’?

“Alcuni alimenti, come ad esempio il riso e la pasta, sono soggetti a contaminazione da parte di un batterio a forma bastoncellare (bacillus cereus), c.d. ubiquitario, cioè che è in grado di produrre tossine e creare tossinfezioni.

Ma non tutti i ceppi sono dannosi; alcuni, però, possono causare sintomi per lo più gastro-enterici (vomito e diarrea) anche dopo solo 6 ore dall’ingestione dell’alimento contaminato e per le 24 ore successive”.

MA COME MAI CI SI INTOSSICA?

“Per intossicarsi dal BACILLUS CEREUS è necessario che all’interno dell’alimento che mangiamo, ci sia un grande quantitativo di batteri, oppure un’elevata dose di tossine, che gli stessi batteri hanno rilasciato nel periodo in cui sono rimasti all’interno dell’alimento.

Il batterio, solitamente, si deposita negli alimenti che hanno un certo quantitativo di acqua che, a sua volta, gli permette di proliferare (se non c’è acqua a disposizione, il batterio non può svilupparsi)”.

Ricorda: TUTTI GLI ALIMENTI FRESCHI CHE VENGONO CONSERVATI A LUNGO SONO DA CONSIDERARSI A RISCHIO PER LO SVILUPPO DEL BACILLUS CEREUS!

QUALI SONO GLI ALIMENTI PARTICOLARMENTE A RISCHIO?

“Gli alimenti che sono maggiormente legati allo sviluppo del bacillus cereus sono quelli di origine animale che non vengono conservati in modo corretto: carne, pesce, latte; e sia alcuni alimenti di origine vegetale, tra cui il riso e la soia e i relativi derivati (il tofu).

Questi ultimi in particolare sono sono maggiormente legati al batterio, perché il bacillo si nutre principalmente di AMIDO: anche se questi alimentisubiscono un processo industriale, la loro conservazione prima del consumo è molto lunga e, tutto questo, consente al batterio tempo sufficiente per produrre le sue tossine.

Nel caso in cui dovessero essere presenti le spore, queste potrebbero germogliare, dando nuovamente vita al batterio, che può moltiplicarsi e produrre tossine, così contaminando gli alimenti”.


Bowl di riso nero e tofu (di @carlalacontessina_)

Ingredienti per 1 persona

  • 120 gr di Riso Nero
  • 2 cucchiaini di semi misti per insalate (come topping)
  • 1/2 zucchina verde tagliata a spirale
  • 1/2 carota grande tagliata a spirale 
  • 1 cucchiaio di Humus di ceci alla barbabietola rossa 
  • 100 gr di TOFU al naturale tagliato a cubetti 
  • 1/2 KaKi mela (Sharon) tagliato a fettine sottili 
  • 100 gr di zucca tagliata a fettine e grigliata 
  • Salsa agli agrumi (1 cucchiaio)

Procedimento:

In una pentola con acqua leggermente salata cuocere il riso nero integrale (circa 22 minuti). Scolarlo e lasciarlo raffreddare o passarlo sotto l’acqua fredda di rubinetto. 

Tagliare a cubetti il tofu e metterlo da parte. 

Frullare 1/2 barbabietola rossa già lessata con un po’ di succo e unirla all’ humus di ceci mescolando bene (che questa volta ho preso già pronto). 

Assemblare gli ingredienti come in foto. Le zucchine e le carote tagliate a spirale con un aguzza matite gigante preso da IKEA. Aggiungere il topping (i semi misti) e condire con la salsa agli agrumi. Io l’avevo già (leggermente dolce). Altrimenti prendete il succo di 1/2 lime e 1/2 arancia, aggiungete 1 cucchiaino di miele liquido e un po’ di olio Evo e mescolate bene. Servire. 

Per questo splendido risotto primaverile devo ringraziare Cristiana dell’Azienda DICRISTIANA – Eccellenze Biologiche Italiane.

Il Cru n. 6 “L’identità e i sentori di questi chicchi nascono dal campo più piccolo dell’azienda, l’eccellenza in un solo ettaro

E poi, devo ringraziarla perché grazie al suo riso carnaroli classico biologico è riuscita (devo ammettere, senza eccessivi sforzi) a rendere parte attiva del mio scatto con il RISOTTO anche mio marito!!! ☺️

Un traguardo importante da non tralasciare! 

Grazie ancora … e prestissimo assaggerò tutto il resto del pacco ricevuto, coinvolgendo sicuramente per cena qualche cara amica!

Con i risotti si può mettere in campo tutta la propria creatività! Sono delle enormi tele all’nterno delle quali puoi creare e colorare tutto quallo che senti e che vuoi…

Sarà che sono un’amante del riso, soprattutto quando parliamo di riso di qualità.

Qui un carnaroli classico, con l’aggiunta di fiori di lavanda e zest (scorza) di limone.

Se non avete del prosecco per sfumare il riso tostato, potete tranquillamente utilizzare del vino bianco secco.


Ingredienti per 4 persone:

  • 240 gr di riso carnaroli 
  • 2 cucchiani di fiori di lavanda essiccati edibili
  • 80 gr di caprino di vacca
  • buccia grattugiata di limone non trattato
  • brodo vegetale qb 
  • 1 cucchiaio di trito per soffritto
  • Pepe
  • Prosecco o Vino bianco (una spruzzata)
  • un pezzettino di burro 

Procedimento:

Mettere sul fornello una padella di medie dimensioni, far soffriggere il burro con il soffritto e aggiungere il riso per farlo tostare circa un minuto. Versare il prosecco o il vino e sfumare. 

Versare in una piccola quantità di brodo vegetale caldo la lavanda e lasciarla in infuzione per 5/6 minuti; filtrare il brodo aromatizzato e aggiungerlo al riso saltato. Aggiungere poi, il restante brodo vegetale poco alla volta e mescolare. Coperchiare e cuocere, circa venti minuti (se usate la pentola a pressione, dal sibilo circa 9 minuti, dipende da riso). Un minuto prima della fine della cottura del riso, aggiungere la scorza grattugiata di limone e il caprino. Mantecare e impiattare come in foto. Aggiungere qualche fiore di lavanda, il pepe e un pò di scorza di limone grattugiata. Servire. 

Tornaco, un piccolo borgo piemontese in provincia di Novara, è conosciuto soprattutto per l’edificio storico Villa Marzoni, oggi sede del Museo della Civiltà e Cultura della Bassa Novarese e per l’antico Castello, distrutto e riscostruito più volte nel corso degli anni.

Ma a Tornaco, oltre alle bellezze da ammirare e visitare, possiamo trovare il riso carnaroli classico e lo zafferano di Daniela Monfrinotti, sommelier del riso, e la sua Azienda che vanta una storia di tanti anni fa.

Mi racconta Daniela che l’Azienda è nata alla fine del 1800 e che, ad occuparsene, erano i suoi nonni e poi i suoi genitori. Sarà probabilmente l’amore per la famiglia e per la sua terra, che hanno spinto e convinto Daniela e suo marito Attilio a portare avanti con entusiasmo quel progetto che sa di antico.

Recentemente, avete inserito anche una gamma di risi “semipronti”. Quali sono le caratteristiche che li rendono “diversi” rispetto agli altri?

“Il riso carnaroli classico e l’autenticità e la genuinità delle migliori materie prime. Il nostro riso, per esempio, di cui curiamo e monitoriamo costantemente la coltivazione in ogni sua fase, viene essiccato e trasformato con cura, prestando attenzione agli effetti della lavorazione sulla resa in cottura del prodotto finito. Per questo, nell’impianto di trasformazione, è stata reintrodotta la sbiancatura a pietra tramite le storiche macchine Amburgo, le uniche in grado di fornire lo standard qualitativo ricercato”.

Carla De Iuliis e Daniela Monfrinotti (Azienda Agricola della Bassa Novarese)

Chi ha voglia di fare con me un salto in Lombardia e assaggiare un delicato risotto alla milanese?

Con la mia ultima rivista di enogastronomia “In Viaggio per l’Italia … con Carla La Contessina” ho girato “virtualmente” in lungo e in largo la Regione Lombardia; ho conosciuto aziende, prodotti, persone cordiali che amano la loro terra e ne sanno valorizzare al meglio i prodotti.

Come poteva non essere presente nella rivista il tipico risotto color dell’oro, con zafferano e midollo? Io l’ho impreziosito ancora un pò aggiungendo il tartufo nero estivo …

La nascita del piatto meneghino parrebbe sia legata al Duomo di Milano. Siamo nell’anno 1574 e il Maestro Valerio di Fiandra è impegnato a realizzare le maestose vetrate della Cattedrale assieme al suo aiutante di nome Zafferano (chiamato così per avere l’abitudine di aggiungere sempre ai suoi colori una punta della spezia pregiatissima). Il Maestro, così, lo prendeva sempre in giro, dicendogli che per via della sua strana abitudine, prima o poi avrebbe messo lo zafferano anche nei piatti …). Fu proprio in occasione delle nozze della figlia del Maestro, che Zafferano chiese al cuoco di fare una variazione sul risotto, aggiungendo una punta della spezia pregiata!