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TUFFIAMOCI NEI NOSTRI MARI E CONOSCIAMO LA SEPPIA

A parlarne con me Nicola Ferri, veterinario, esperto in Acquacoltura

La SEPPIA è sicuramente uno dei molluschi più diffusi nei nostri mari; nonostante la sua grossa testa, il corpo con due strane pinne nastriformi e gli occhi molto sviluppati, dal punto di vista gastronomico risulta molto apprezzata.

La sua carne, per di più squisita, contiene poche calorie, così da renderla ideale per la preparazione di piatti semplici, a basso contenuto di colesterolo, ma, nello stesso tempo, altamente energetici.

Che tipo di animale è la seppia?

La seppia è un mollusco della Classe dei Cefalopodi il cui nome si traduce letteralmente in “piedi sulla testa”.  I cefalopodi, che presentano un numero di tentacoli pari a otto, vengono classificati all’interno dell’ordine degli Octopoda. Nel caso, invece, fossimo davanti ad animali caratterizzati da un numero di tentacoli pari a 10, parleremo di ordine dei Decapoda. 

Quali sono i cefalopodi abitualmente presenti nei nostri mari?

Il polpo e il moscardino rappresentano le uniche specie di Octopoda presenti nei nostri mari.

Per quanto riguarda gli animali della classe Decapoda ,invece, nel Mar Mediterraneo possiamo trovare il Totano, il Calamaro e la Seppia.

Quali sono le specie di seppia più frequenti nei nostri mari?

La seppia viene classificata all’interno della famiglia dei Seppidi. Tra gli esemplari di questa famiglia, soltanto la specie Sepia Officinalis (Seppia mediterranea) è abitualmente pescata nel Mar Mediterraneo.

Come distinguere una seppia fresca da una scongelata?

L’elemento da considerare è la consistenza del nero. In una seppia “fresca”, il nero si presenta fluido e omogeneo. In un prodotto scongelato, il nero assume un aspetto “grumoso”, granulare e disomogeneo.

Come si valuta lo stato di freschezza di una seppia?

Per giudicare lo stato di conservazione di una seppia, è fondamentale considerare lo stato dell’occhio che, nel soggetto appena pescato, si presenta lucido, limpido e trasparente.

Inoltre, il prodotto fresco si presenta sempre “sporco” di nero, con la superfice dorsale scura e la parte ventrale bianca, lucida e tendente al perlato.

Quali sono le sue proprietà nutritive?

Il prodotto è ricco di proteine ad alto valore biologico, e povero in grassi (colesterolo) e di zuccheri. Pertanto, può essere inserito tra le pietanze c.d. ipocaloriche, perché caratterizzato anche da un buon potere saziante; può essere utilizzato in diete finalizzate al controllo di dislipidemie e disturbi del metabolismo degli zuccheri.

Di contro, è un alimento ricco di purine, sostanze che il nostro organismo trasforma in acido urico. Questa particolarità potrebbe rappresentare una fonte di rischio per soggetti affetti o predisposti alla gotta e all’accumulo di acido urico nel sangue.

Le seppie contengono una importante quantità di tessuto connettivo; questo tessuto, che aumenta con l’età e quindi con la taglia dell’animale, risulta poco digeribile quanto il tessuto muscolare. Per questo motivo, a chi soffre di disturbi digestivi, è consigliato il consumo di seppie di dimensioni medio-piccole, di congelarle prima della cottura e di limitarne la quantità, soprattutto in occasione del pasto serale.


Seppie in umido con peperoni (di @carlalacontessina_)

Ingredienti per 4 persone:

  • 1 Kg di seppie di medie dimensioni già pulite
  • 2 spicchi di aglio
  • 3 peperoni rossi
  • 1 cucchiaino di paprika dolce
  • Sale qb
  • Peperoncino rosso in polvere qb
  • Prezzemolo fresco

Procedimento:

Tagliare la seppia a listarelle e farla rosolare in una casseruola con coperchio con olio extravergine di oliva, l’aglio schiacciato e il peperoncino per circa 15 minuti. Salare. Mescolare ogni 3/4 minuti e verificare che vi sia sufficiente liquido di cottura.

Tagliare i peperoni rossi a listarelle, ripulendoli dai semi e dai filetti interni. Unirli alla seppia e continuare a cuocere insieme fino a quando sia la seppia che i peperoni non diventino teneri (circa 30 minuti). Aggiungere un pò di acqua nel caso la preparazione dovesse asciugarsi troppo. Aggiungere la parika dolce durante la cottura e mescolare bene. Servire la seppia in umido con i peperoni accompagnata eventualmente da crostini di pane dorato con aglio e olio in padella. Prima di servire cospargere di prezzemolo fresco.

I colori mi sono sempre piaciuti … e, pensate, appena ho iniziato con i social e la cucina (non tantissimo tempo fa), il mio slogan era “Amo colorare i miei piatti”

Sicuramente da qualche parte comparirà ancora … e, comunque, da allora non è cambiato nulla: continuo a pensarla così.

Quindi, oggi, via libera ai colori !!! 

I piatti, quelli di ceramica acquistati a Peschici e che sono stati i protagonisti (assieme ai bicchieri #dipintidame ) della mia #familydinner dell’altra sera. E, ancora, quello che ho messo nei piatti … veloce, colorato, fresco e gustosissimo! 

“Gamberi argentini sgusciati al Peperone dolce di Altino con pomodorini secchi e foglie di cetriolo”

Il nome è un po’ lungo … ma il procedimento veramente veloce 


Ingredienti per due persone:

  • 8 Gamberi argentini già puliti 
  • 1 grande cetriolo 
  • 10 pomodorini secchi 
  • 1 cucchiaino da caffè di polvere di Peperone dolce di Altino
  • Olio evo
  • 1 cucchiaio di Cognac 
  • Origano secco
  • Maggiorana fresca
  • Salvia fresca
  • Pepe macinato al momento
  • Sale
  • 1 spicchio di aglio

Procedimento:

In una padella versare un giro di olio evo e lo spicchio di aglio. Aggiungere i gamberi e sfumare con il Cognac.

Aggiungere il peperone dolce di Altino, il sale e gli odori. Mescolare a fiamma media per due minuti e spegnere il fuoco. Nel frattempo, tagliare a fettine sottili il cetriolo e condire i pomodorini secchi con olio, sale, salvia, origano e maggiorana. 

Sistemare nei piatti (come in foto), irrorando con un filo di olio Evo e pepe macinato al momento.

I totani in umido, arricchiti da sapori e colori, rappresentano un piatto perfetto da portare in tavola: un secondo di pesce ricco, veloce e al tempo stesso gustoso, da preparare in poche e semplici mosse.

Ieri sera sono stati un vero e proprio “salva cena”: pochi minuti in cottura (altrimenti diventano gommosi), un pò di peperone verde piccante e qualche strisciolina di peperone rosso arrostito … speciali sia per la vista che per il palato.

Se volete, al momento di servire, potete aggiungere anche qualche fetta di pane bruschettato.


Ingredienti (per due persone):

  • Totani medi
  • 1 spicchio di Aglio
  • 10 Pomodorini gialli
  • qualche filetto di peperone rosso arrostito
  • Olio extravergine d’oliva qb
  • Basilico fresco
  • 1/2 Peperone verde piccante

Preparazione:

In una padella capiente, far rosolare l’aglio e il peperone verde piccante tagliato a pezzetti nell’olio EVO; aggiungere i pomodorini gialli (freschi privati del picciolo o in barattolo) e schiacciarli con una forchetta in cottura. Salare e cuocere per 5 minuti aggiungendo un pizzico di sale e il basilico a pezzetti. Aggiungere i totani tagliati a rondelle e far cuocere in padella coprendo con il coperchio per almeno 10 minuti circa a fuoco basso.

Tre minuti prima di spegnere il fuoco, aggiungere i peperoni rossi arrostiti tagliati a listarelle. Mescolare.

Servire e degustare caldo con un filo di olio EVO a crudo e basilico fresco.

IL GIOVEDÌ?! 

A casa mia ogni tanto si mangiano gli gnocchi … e qui con i FASOLARI!

Volete sapere come fare per riconoscere se i FASOLARI che acquistate dal pescivendolo sono freschi oppure no?!

Leggete qui …

Sicuramente sul banco della pescheria li vedrete chiusi, ma, se provate a toccarli in superficie e le conchiglie si serrano di più, in modo quasi ermetico, allora significa che i fasolari sono vivi. 

Se, invece, i fasolari sono aperti, o con la conchiglia rotta, significa che sono morti, e non è garantita la loro freschezza.

Perche?! 


Quando viene pescato, il FASOLARO trattiene tra le valve una certa quantità d’acqua che gli permette di sopravvivere per alcuni giorni.

Dopo questa piccola lezione super istruttiva e furba … vi lascio: 

Lista della spesa e procedimento.

Ingredienti (per due persone):

  • 300 gr di gnocchi di patate 
  • 250 gr di pomodorini datterini gialli (e un grappolino)
  • 10 fasolari 
  • Un goccetto di vino bianco 
  • 1 peperoncino piccante
  • 1 spicchio di aglio 
  • Olio evo
  • Erbette aromatiche
  • Prezzemolo fresco

Procedimento:

Mettere l’acqua per gli gnocchi a bollire salandola leggermente.

In una padella larga versare un giro di olio evo, lo spicchio di aglio e il peperoncino intero: soffriggere appena e buttare giù i fasolari con un goccio di vino bianco, prezzemolo fresco.

Coperchiare e cuocere  2/3 minuti. Aggiungere i pomodorini interi e cuocere per altri 5/6 minuti.

In una teglia da forno adagiare il grappolo di pomodorini datterini interi, e condire con le erbette, l’olio e il sale. Cuocere per qualche minuto a 200 gradi. 

Appena cotti i fasolari, toglierli temporaneamente dalla pentola e frullare i pomodorini fino a farli diventare una crema. Riaggiungere i fasolari, riscaldare  il condimento e tuffare gli gnocchi già cotti. 

Mantecare e impiattare. Decorare con il grappolo di pomodorini e il prezzemolo fresco (come in foto). Servire caldi.

Abbiamo già detto che la provincia di Teramo è piuttosto vasta (si estende per quasi 2000 km quadrati), vantando una costa adriatica piuttosto importante, in cui si affacciano sette località balneari, con litorali sabbiosi e clima mediterraneo, dove fioriscono oleandri, palme e pini marittimi.

Il mio cuore appartiene da sempre a Giulianova (essendo per metà giuliese), le cui origini risalgono all’antica Castrum Novum, colonia romana importante per l’attività commerciale. Ma di Giulianova apprezzo molto, oltre alla spiaggia ampia e sabbiosa, ai numerosi stabilimenti balneari e alla sua importante storia, gli innumerevoli manicaretti a base di pesce e non solo, tra cui il Brodetto, che se la batte con quello Vastese, le alici scottadito, la Zuppa di Pasqua (di cui vi svelerò la ricetta di famiglia in un’altra occasione), il brodo con il San Pietro e il piccato di alici per condire la pasta.

Elencherei innumerevoli altri piatti prelibati, che appartengono alla tradizione culinaria di famiglia, ma descrivere e raccontare il Brodetto alla Giuliese mi sembra piuttosto scontato.