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Elemento prezioso e condizione essenziale di vita, l’ACQUA è stata definita “oro blu”, in virtù del suo essere una risorsa basilare e prioritaria, “un interesse economico paragonabile a un bene di consumo e di mercato”.

Nel numero di Maggio 2023 del mensile Novella Cucina parliamo di acqua e di cucina, e anche delle innumerevoli preparazioni che, alla loro base, hanno come elemento indispensabile proprio l’acqua: le zuppe, i minestroni, il caffè, le tisane, … e ancora la bollitura del riso, della pasta, delle verdure, la creazione d’impasti, dai tradizionali a quelli di ultima generazione, dove, al posto del latte, viene utilizzata l’acqua, sia per combattere le intolleranze e sia con l’intento di conferire al piatto più leggerezza, rendendolo più light.

Non bisogna, tra le altre cose, dimenticare che il nostro fabbisogno quotidiano di acqua è di circa 2 litri al giorno e più di un terzo di questi lo assumiamo attraverso i cibi: da ciò l’importanza di utilizzare acqua di qualità non solo da bere, ma anche e soprattutto per cucinare.

Da alcune ricerche è stato dimostrato che un’ampia percentuale di persone utilizza l’acqua del rubinetto per cucinare… e vi confesso, anche io.

Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere e scambiare due chiacchiere sull’opportunità dell’utilizzo dell’acqua in cucina con l’Avvocato Alessia Cognitti, attuale Presidente della Ruzzo Reti SpA – la società che da oltre cento anni custodisce il patrimonio acquedottistico della Provincia di Teramo (Abruzzo) e, grazie a lei ho acquisito preziose e utili informazioni, indispensabili per me e per chi come me ama cucinare in modo sano e sostenibile.

All’interno dell’articolo quattro ricette al cui interno, tra gli ingredienti, troviamo l’acqua del rubinetto!

Quali?

Le scrippelle ‘mbusse teramane, i tagliolini e fagioli, la torta all’acqua al profumo di vaniglia e la focaccia con mortadella e pistacchio! Pronti? Leggete con me!!!

E’ una delle tante colazioni che viene consumata nella mia Regione, in Abruzzo, soprattutto da tutti quelli che hanno deciso di arrivare a sfiorare la soglia dei 100 anni d’età  …

“PANE con UOVA e PEPERONI” o, come si dice qui dalle mie parti : “Pipindune e ove” 

Lo ritengo uno dei piatti contadini più sfiziosi in assoluto … di quelli che riescono a farti fare pace con il mondo intero … insomma … una specie di droga 😀 … nel senso che assaggiati una volta, non ne puoi più fare a meno! 

Voglio lasciarvi la ricetta super veloce qui … ma vi ricordo che potete trovare le altre ricette dei nostri CENTENARI ABRUZZESI e tipiche dello SDIJUNO nella rivista del mese di Giugno 2022 Novella Cucina in edicola!!! 

Buona colazione!!!


Ingredienti (per due persone):

  • 800 gr di peperoni rossi cornetto
  • 4 uova
  • olio EVO
  • Sale
  • Pepe
  • 1/2 cipolla bianca

Preparazione:

Lavare bene i peperoni, tagliarli a striscioline larghe 2 cm.

In una padella capiente soffriggere la cipolla tagliata a pezzetti o a fettine sottili, con 4 cucchiai d’olio evo.

Unire i peperoni e lasciare soffriggere per qualche minuto, coperchiare e cuocere per circa venti minuti, regolando di sale al termine della cottura. 

In un recipiente sbattere le uova con pepe e sale.

Unire l’uovo ai peperoni e girare velocemente.

Continuare la cottura a fiamma bassa per 5/7 minuti fino a far rapprendere l’uovo, girando di tanto in tanto.

Servire. 

Curiosità: qualcuno aggiunge ai peperoni anche le patate fritte tagliate a tocchetti. 

 

Vi è mai capitato di entrare in un Castello e sognare per un po’ di essere una Principessa (o, nel mio caso, una Contessina)?

Io sono convinta di sì!!! 

Ma a me è successo molto di più:

“Sono entrata in un Castello, ho sognato di essere la sua principessa (contessina), ma ho dovuto anche mettermi ai fornelli!” 😳

Credo non sia capitato mai a nessuno 😀

Ma leggete qui …

“Nel salone delle feste del Castello della Monica a Teramo, tanti anni fa, la Sig.ra Rosaria, moglie del nipote del pittore Gennaro Della Monica (1836-1917), preparava con amore e dedizione alla sua famiglia alcuni piatti tipici della cucina Teramana, tramandati di generazione in generazione”

Il Castello della Monica a Teramo (in Abruzzo)

Il TIMBALLO di SCRIPPELLE (da non confondere con la lasagna) era uno dei piatti più gettonati, assieme a tante altre prelibatezza.

Voglio lasciarvi con un po’ di curiosità … e con il solo inizio di una lunga favola.

Nel numero di settembre della rivista NOVELLA CUCINA, trovate il mio nuovo articolo sulla cucina della tradizione Teramana nella cornice da favola del Castello della Monica di Teramo. 

Ingredienti per 6 persone:

  • 10 uova (per le scrippelle)
  • 10 cucchiai di farina
  • 10 mezzi gusci d’uovo di acqua 
  • 100 gr di parmigiano grattugiato
  • 2 mozzarelle fiordilatte 
  • 50 pallottine di carne fritte (vedi ricetta scrippelle ‘mbusse)
  • 1 litro di Polpa di pomodoro
  • Sale, pepe, noce moscata q.b.
  • Olio evo
  • Una noce di burro per ungere la teglia e per guarnire il timballo prima di infornare
  • Teglia da forno a bordo alti (quadrata o rettangolare)

Preparazione:

Per le scrippelle utilizzare per ogni uovo,  1 cucchiaio raso di farina e 1/2 guscio di acqua e procedere nella preparazione delle “crêpes” utilizzando una padella capiente unta leggermente di olio evo o di lardo (vedi ricetta delle scrippelle ‘mbusse). Preparare il sugo rosso con il pomodoro, in cui saranno tuffate le polpettine di carne già fritte.

Disporre le scrippelle sulla teglia imburrata per foderarla, in modo tale che ne fuoriescano le estremità. 

Creare uno strato di sugo con le polpettine, mozzarella e parmigiano, sale, pepe e noce moscata. 

Coprire con altre scrippelle e ripetere gli strati a piacimento, fino ad esaurire gli ingredienti.

Ripiegare i lembi delle scrippelle e coprire con altre sue scrippelle. Cospargere con fiocchetti di burro.

Mettere il timballo nel forno caldo e a calore moderato per circa un’ora. Servire caldo.