Tag

Carne

Browsing

Non so voi …

Io quando sono al mare ho bisogno di piatti veloci e colorati … ma non rinuncio mai alla mia cucina!

Cercare di accontentare tutti in famiglia, rispolverare vecchie ricette e, a volte, dare quel tocco diverso che le rende uniche e speciali. 

La fettina di vitello (tagliata molto sottile), qui incontra il pomodorino ciliegino appena scottato, oltre al prezzemolo e (non avendo il vino bianco), la BIRRA BIONDA


Un piatto che sapeva di buono … il pane fresco e croccante delicatamente imbevuto nel sughetto: inutile dirvi che sono andate a ruba!

La ricetta … qui 👇

Ingredienti (per 4 persone):

  • 8 fettine sottili di vitello
  • 250 g di pomodorini ciliegino, tagliati a metà
  • 1\2 bicchiere di birra bionda 
  • 2 spicchi d’aglio (facoltativi)
  • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • Sale e pepe q.b.
  • Una manciata di prezzemolo fresco tritato
  • Pane fresco per accompagnare

Procedimento:

In una padella ampia, scaldare l’olio con l’aglio incappucciato e schiacciato, poi eliminare l’aglio a doratura leggera.
Aggiungere le fettine di vitello, farle dorare su entrambi i lati per 1–2 minuti per lato (sono sottili!).
Unire i ciliegini, salare e pepare. Versare la birra a filo, schiumando il fondo, e far sfumare a fuoco medio per 2–3 minuti.
Spolverare con il prezzemolo tritato, spegnere il fuoco e coprire per un minuto.
Servire subito con pane croccante, da intingere nel sughetto.

Il contorno perfetto

Ma perchè si chiamano proprio così?

I “saltimbocca alla romana”, sottili fettine di carne di vitello con prosciutto crudo e salvia, “saltano in bocca” per la loro gustosità e, trattandosi di bocconi piuttosto piccoli, possono essere assaporati in una sola mossa (in un solo boccone).

Controversa la loro origine: qualcuno afferma che siano di origine bresciana, ma i più li considerano un piatto della gastronomia tradizionale romana: semplici, veloci e saporiti, uno tira l’altro … saltando in bocca!

Ottimi se accompagnati da contorni tradizionali, come ad esempio le patate al forno, oppure dagli spinanci saltati o dai classici carciofi “alla romana”. Sicuramente un piatto di facile preparazione, abbastanza economico, che riesce sempre a stupire, soprattutto se accompagnato da un buon calice di vino bianco.

Ma quale?

Le opzioni sono tante … ma bisogna fare attenzione a scegliere un vino che ne esalti la delicatezza e al tempo stesso la sapidità. La tendenza dolce della carne di vitello, cotta velocemente in padella nel burro e olio e leggermente infarinata; e poi c’è la salvia, il suo profumo, che si accompagna alla sapidità del prosciutto crudo (qui ho scelto un San Daniele). Quindi, un vino dotato di freschezza, abbastanza morbido e non troppo sapido, profumato, con nuance fruttate ed erbacee, ma anche delicatamente agrumate.

Non ci resta che corciarci le maniche e iniziare a preparare i nostri saltimbocca!

Ingredienti:

  • 4 fettine di noce di vitello (tagliate in due)
  • 8 foglie di salvia
  • 8 mezze fette di prosciutto crudo
  • 40 ml di marsala secco (oppure di vino bianco)
  • 50 gr di farina
  • 50 gr di burro
  • Olio extravergine di oliva qb
  • 8 stuzzicadenti

Preparazione:

Prendere le fettine di vitello e tagliarle in due con delle forbici. Su ognuna, adagiare una mezza fettina di prosciutto crudo e una foglia di salvia. Bloccatele con uno stuzzicadenti.

In una padella ampia versate un giro di olio EVO e mettete anche il pezzetto di burro: fate sciogliere a bassa temperatura. Nel frattempo, adagiate la parte inferiore del saltimbocca nella farina e, una volta preparati, poneteli delicatamente nella padella. Se volete mettete un pizzico di pepe e aggiustate di sae. Appena la parte inferiore sarà leggermente dorata, sfumare con il marsala secco o con il vino bianco. Lasciate evaporare (se necessario aggiungere poca acqua). Girateli velocemente e lasciate cuocere un minuto. Spegnete il fuoco, impiattate e irrorate con la salsina di cottura.

Tramandare le tradizioni è uno dei modi che si hanno per non perdere la propria identità, sia come abruzzese e, per quanto mi riguarda, come teramana.

E cosi, quale tradizione migliore da tramandare di quella culinaria?  Oggi ho dedicato la domenica mattina alla mia città, allo spaghetto alla chitarra con le pallottine…iniziando dalle pallottine, passando per il sugo e finendo con gli spaghetti ammassati!!

Giornata durissima!! Ma ne è valsa la pena!

La provincia di Teramo è piuttosto ampia: si passa dal mare alla montagna, attraversando la collina, nello spazio di pochi chilometri. E così, anche la cucina è molto varia: ho deciso di fare un salto nelle zone collinari e di montagna, per assaggiare uno dei piatti “capisaldi” della cucina abruzzese e anche teramana: l’agnello cace e ova, emblema della cucina povera e semplice, ma nello stesso tempo genuina. Qui, il sapore piuttosto forte della carne di agnello viene “smorzato” dal succo di limone e dal mix di erbe aromatiche (timo, rosmarino e alloro).

Nel teramano è uno dei piatti tipici delle Festività Pasquali, anche se ormai è diffuso in tutti i periodi dell’anno.

Quando pensiamo all’ossobuco (io per prima) mi viene in mente subito la città di Milano. In realtà non sbaglio… 

Ma, parlando con mia zia di cucina (lei è una grande appassionata), mi ha raccontato che a Roma è altrettanto famoso, accompagnato dai piselli in umido. 

Nel suo quaderno preziosissimo aveva tre ricette diverse e mi ha consigliato di provare questa in bianco, che lei adora e mangiava sempre a casa di una sua amica di Roma, quando era ragazza.