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“L’Abruzzo, Teramo e il Cacio Fritto al Tartufo nero”

Un viaggio nella cucina Abruzzese, iniziando da uno degli antipasti più famosi: il “Cacio fritto” (formaggio fritto).

Certo, non parliamo sicuramente di un piatto leggero, da inseirire nelle diete povere di grassi, ma, ogni tanto qualche strappo alla regola si deve pur fare. E con questo piatto tipico della tradizione contadina, goloso e gustoso, stiamo andando nella giusta direzione. 

La tradizione culinaria abruzzese mi affascina, mi piace ascoltare i racconti della zia e delle persone che hanno alle spalle più anni di me e più storie interessanti da raccontare. Mi affascinano anche le c.d. “pallotte” (polpette) … ma anche voler cercare di aggregare insieme (per sperimentare) i sapori di una volta con gli ingredienti “più attuali” del territorio.

A molti di voi tutto questo sicuramente non piacerà … ma, il mio bisogno continuo di sperimentare abbinamenti nuovi (fermo restando il rispetto per la cucina tradizionale), mi spinge a volte a non disdegnare alcune “divagazioni culinarie”.

La provincia di Teramo è piuttosto ampia: si passa dal mare alla montagna, attraversando la collina, nello spazio di pochi chilometri. E così, anche la cucina è molto varia: ho deciso di fare un salto nelle zone collinari e di montagna, per assaggiare uno dei piatti “capisaldi” della cucina abruzzese e anche teramana: l’agnello cace e ova, emblema della cucina povera e semplice, ma nello stesso tempo genuina. Qui, il sapore piuttosto forte della carne di agnello viene “smorzato” dal succo di limone e dal mix di erbe aromatiche (timo, rosmarino e alloro).

Nel teramano è uno dei piatti tipici delle Festività Pasquali, anche se ormai è diffuso in tutti i periodi dell’anno.

Quando pensiamo all’ossobuco (io per prima) mi viene in mente subito la città di Milano. In realtà non sbaglio… 

Ma, parlando con mia zia di cucina (lei è una grande appassionata), mi ha raccontato che a Roma è altrettanto famoso, accompagnato dai piselli in umido. 

Nel suo quaderno preziosissimo aveva tre ricette diverse e mi ha consigliato di provare questa in bianco, che lei adora e mangiava sempre a casa di una sua amica di Roma, quando era ragazza. 

Una sera ero indecisa su cosa cucinare. Avevo dei peperoni rossi e delle uova, e cosi mi è venuta in mente una ricetta molto semplice e veloce, proveniente dalla tradizione abruzzese (e diffusa nel Meridione in generale, soprattutto nella cucina napoletana, dove il piatto è chiamato “ova ‘mpriatorio) …da noi: “uova in purgatorio”.

Non sono altro che uova al tegamino con peperoni e pomodoro 🥘 … qualcuno, invece di friggerle, per renderle più light, le cuoce in forno. 

Io… le ho stufate e ho cercato di renderle più “presentabili” impiattandole e personalizzandole così… 

Abbiamo già detto che la provincia di Teramo è piuttosto vasta (si estende per quasi 2000 km quadrati), vantando una costa adriatica piuttosto importante, in cui si affacciano sette località balneari, con litorali sabbiosi e clima mediterraneo, dove fioriscono oleandri, palme e pini marittimi.

Il mio cuore appartiene da sempre a Giulianova (essendo per metà giuliese), le cui origini risalgono all’antica Castrum Novum, colonia romana importante per l’attività commerciale. Ma di Giulianova apprezzo molto, oltre alla spiaggia ampia e sabbiosa, ai numerosi stabilimenti balneari e alla sua importante storia, gli innumerevoli manicaretti a base di pesce e non solo, tra cui il Brodetto, che se la batte con quello Vastese, le alici scottadito, la Zuppa di Pasqua (di cui vi svelerò la ricetta di famiglia in un’altra occasione), il brodo con il San Pietro e il piccato di alici per condire la pasta.

Elencherei innumerevoli altri piatti prelibati, che appartengono alla tradizione culinaria di famiglia, ma descrivere e raccontare il Brodetto alla Giuliese mi sembra piuttosto scontato.